Nearly all men can stand adversity, but if you want to test a man’s character, give him power. 

Abraham Lincoln (1809 – 1865)

Abraham all’epoca non poteva prevedere che anche una donna, che non fosse regina, potesse volere il potere.

Mi sono vista tutte le 4 stagioni di Borgen, una serie TV Danese che è stata un’assoluta sorpresa. Belle tutte le stagioni, ma l’ultima: Borgen Power & Glory è stata un’autentico crogiuolo di riflessioni.

In primis la protagonista, Birgitte Nyborg, vive una nuova fase della sua vita. La menopausa è una coprotagonista della stagione e viene raccontata bene.

Un ottimo colpo sui denti per chi vuole venderci la menopausa come un periodo fantastico nella vita delle donne: la Nyborg non è d’accordo. Suda, si incazza, trova che il suo corpo sia imprevedibile e attenzione: è single, non ha un amante, vive sola e si fa consegnare a casa fiori che lei stessa paga.

Ma arriviamo al punto. Il potere.

Birgitte Nyborg NON è un personaggio tenero, affatto. Nell’arco di quattro stagioni diventa sempre più consapevole. Non è tenera, nè del tutto spietata e non perchè sia donna, sarebbe troppo facile, la Nyborg è intelligente e preparata e ci dimostra che il potere…il potere è difficile, a tratti iracondo. Serve pelo sullo stomaco per gestirlo: analisi, sangue freddo e se dormi sei fuori dai giochi.

In tutte e quattro le stagioni ci si interroga spesso su chi può o meno essere leader. Essere bravi non basta, neppure avere una solida esperienza. Puoi avere solidi principi, un programma invidiabile, la stima dei tuoi pari e non essere un leader: almeno nel XXI secolo.

I danesi non dipingono un quadro idillico del potere e di chi lo detiene. Fa paura, mette ansia, lo devi volere e onestamente che sia in mano a donne o uomini non fa molta differenza, la serie ci insegna che non ce la puoi avere una vita normale , ma puoi provare a sopravvivere e soprattutto tutto quello che raccontano è maledettamente verosimile.

In Potere e Gloria la leadership femminile si triplica.

la Ministra degli Esteri, ovvero la Nyborg, la Prima Ministra del governo Signe Kragh e la ex spin-doctor ora direttore di rete a TV1 Katrine Fønsmark. Nessuna delle tre ne esce senza ossa rotte, sia chiaro, ma chi non molla nonostante tutto è chi ha una determinazione da fare spavento oltre che l’onestà intellettuale per capire quanto e se ha sbagliato: indovinate di chi sto parlando? Esatto della Nyborg.

Le è rimasto “solo” il lavoro. Triste? Affatto. Si va oltre il clichè. Certe vite te le scegli, non le lasci accadere e sei consapevole di non poter avere tutto al 100%, ma chi ti sta intorno, accettando le tue scelte, chiede e pretende rispetto ed è questo che non può mancare.

Se manca il rispetto crolla tutto il “borgen” (il castello), un liet motiv di tutte le stagioni.

La serie da un’ottima spiegazione dell’Archetipo del RULER.

Il Ruler rappresenta il potere e il controllo, ed è motivato alla leadership. La posizione del Ruler non si eredita, la si conquista. Il Ruler non ha bisogno di essere benevolo, al contrario deve dimostrare competenza e una comprovata esperienza prima di prendere il controllo. Questo archetipo è molto realista e trova il suo senso nel creare strutture, organizzazioni e ambienti armoniosi e costruttivi.

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