Estate è sinonimo di Vacanze.

Cosa fai quest’estate? Frase topica e tipica di questi giorni.

Negli anni Novanta c’erano i villaggi, la formula All Inclusive, le sigle e i miniclub. C’erano anche le agenzie viaggio, era lì, dopo interminabili mezz’ore di attesa, che capivi che fine avrebbe fatto la tua Estate.

Poi tutto è cambiato, le Low Cost hanno aperto un nuovo mercato, la sharing economy è riuscita addirittura a far diventare ognuno di noi un potenziale albergatore. Il turismo ora è cosa fluida, un settore potente e dalle mille potenzialità perché sono cambiati tempi, strumenti e le persone e pertanto la domanda.

Non è per nulla semplice comunicare in questo scenario, è davvero difficile perché chi decide di investire i propri soldi in una vacanza cerca non solo il relax, ma anche l’esperienza. Abbiamo fame di esperienze, perché possiamo vedere tutto di un luogo prima di andarci, sappiamo cosa vogliamo vedere, come farlo e con chi mesi prima di atterrare o parcheggiare l’auto.

Ora io mi domando e chiedo quale sia il modo migliore per convincere un potenziale viaggiatore a scegliere una meta piuttosto che un’altra, ma  il grande problema è  anche attrarre il viaggiatore sulla TUA piattaforma, farlo girare sul tuo sito, inchiodarlo così bene da generare una prenotazione. Esiste un affollamento tale di offerta che è difficile capire, una affollamento che, incidentalmente ha una carriola piena di soldi.

Vantaggio? Mmmmh. I grandi siti come Trivago, Last Minute, Booking etc.. ovvero i grandi aggregatori di offerta mangiano, letteralmente, l’attenzione dell’utente. Rosicano con forza e decisione la visibilità del LUOGO.

Mi spiego.

L’altro giorno, come moltissimi altri, mi sono ritrovata a lacrimare guardando un bellissimo video (branded content eccellente) di Momondo il progetto si chiama “The DNA Journey e il mio plauso va alla loro capacità di trascendere il concetto di diversità razziali/razzismo in un’opportunità di conoscenza: si dice sempre che viaggiare apre la mente…ecco, Momondo con intelligenza e eleganza ha trasformato una minaccia gigantesca (sfido altre aziende a usare con diletto la parola razzismo) in un’opportunità .

Momondo però è un aggregatore, su Momondo scegli i voli, ma i voli PER DOVE?  A Momondo non gli frega dove vai, purché tu scelga di andarci SU Momondo.

Per cui la domanda è: dove voglio realmente andare?

E qui entra in gioco la comunicazione del territorio e delle strutture, se fatta bene gli aggregatori aiutano a incentivare gli atterraggi!

Faccio solo un appunto sulle compagnie aeree di bandiera: i comuni mortali le scelgono in base al rapporto sicurezza-prezzo, chi ha un budget consistente e viaggia sulle lunghe tratte lo fa spessissimo per lavoro, per cui la business la sceglie di default e calcola i cm in più che ha a disposizione per allungare le gambe e dormire. Tutto il resto è una nicchia così stretta che la concorrenza arriva dall’areo privato! Quindi mi chiedo tutta sta enfasi sulla “questione di chimica” a cosa porti, se non a dare dei poracci all’80% dei clienti! Bene invece chi mette in gioco questioni come il viaggiare con i bambini, i servizi in Economy, l’offerta entertaiment e, sempre e comunque, lo spazio tra il sedile del dirimpettaio e le tue ginocchia.

Tornando al punto di cui sopra ovvero: come si fa a comunicare un luogo?

Si deve raccontare il GENIUS LOCI

Si viaggia sempre più leggeri, chi viaggia per davvero vuole scoprire, vuole essere indipendente, vuole credersi Indiana Jones. I più giovani ascoltano il territorio, lo scelgono per le esperienze che può offrire altrimenti siti come Air B&B e HostelWorld non avrebbero senso di esistere.

I backpackers attuali girano con la GoPro, l’ Iphone6 o l’S7 nel taschino dei pantaloncini. Usano Google per orientarsi nella savana, tradurre un testo dallo swahili all’inglese, per controllare le swell o decidere dove andare a prendere il sole. Non amano le bettole, c’è differenza tra un posto spartano e una bettola, sia chiaro.Spesso vige il pensiero: “Eh, ma tanto si accontentano” ed è lì che chiudi baracca e burattini in tre, due, uno…

Tu, Ente Turistico, come le attrai queste persone? Come le fidelizzi? Cosa sai raccontare in più? Andare in Indonesia costa come una settimana a Forte dei Marmi, un volo per New York costa come un passaggio su un traghetto Tirrenia, in Svezia puoi fare il bagno e prendere il sole tanto quanto in Algarve -e il mare ha la stessa temperatura-

Tu Ente Turistico come fai a destagionalizzare l’estate in un mondo dove molti, moltissimi hanno la possibilità di “staccare” a Febbraio e non ad Agosto, come lo comunichi il territorio all season?

Un attento uso dei mezzi digitali è una risposta oggettivamente concreta.

Solide partnership con le compagnie di bandiera (e gli aggregatori di cui sopra) anche, ma soprattutto è vincente usare, letteralmente USARE, i volti e il saper fare del proprio popolo!

Questo video, per quanto mi riguarda, è passato alla storia.

Inspired by Iceland from MaddMultimedia.com on Vimeo.

E l’Islanda è un fazzoletto di terra in mezzo all’Atlantico!

Quanto ci stiamo perdendo noi Italiani? Quanto? E non è una questione di Budget, ma di idee. Mi sono fortemente ispirata per questo articolo al progetto SalentoUpNDown.

Il Salento di per se non ha bisogno di pubblicità – ogni anno l’Italia perde il baricentro perché la metà della popolazione si sposta sul tacco-, eppure caspita! Grazie alle meravigliose foto postate de core dal manipolo di influencer reclutati per il progetto, mi si è scaldato il cuore. Ho visto, percepito, sentito lo stupore dei partecipanti attraverso le loro foto, non ho visto hotel extralusso per la serie #ciaopovery o le solite e ritrite foto dei piatti da gourmet per la serie “io mangio a scrocco e tu no” perché dopo l’ennesimo postato, al pubblico cominciano a girare a ventola e scatta il momento: “Spero che tu abbia il metabolismo lento”.

In Salento UpNDown ho visto il TERRITORIO, ho visto le persone, ho sentito il calore del sole, ho visto il SUD. Ed è stato un progetto internazionale! Ma quando mai accade? Evviva, evviva, le BEST PRACTICE sbucano all’orizzonte, si guarda oltre il confine, si racconta sul serio senza egoriferimenti, senza chiappe al vento o sguardi languidi, si raccontano PUNTI DI VISTA differenti, perché si fa in fretta a scrivere “travel” , un po’ più difficile è mettersi davvero in gioco e immergersi davvero nel viaggio, per tirare fuori l’essenza di ciò che si sta vivendo e per trasmetterla SENZA FILTRI, ma con creatività.

Eccolo qui > http://www.salentoupndown.it/  e vorrei anche far notare che gli influencer non sono stati scelti per i numeri, ma per il loro, come scritto sopra, punto di vista.

E vi dico la verità, adesso in Puglia ci voglio andare pure io!

Photo credit: @atmolex
Photo credit: @atmolex

Anche se  Madeira rimane il mio sogno

Quindi qual è il trucco per dirigere bene la Value Proposition di un territorio? Esaltare il Genius Loci sempre e comunque, lo dicono gli architetti per arredare le case, che lo si faccia anche in questo ambito.

L’aspetto Emozionale è vincente.

L’aspetto del Ben Essere è cruciale.

L’aspetto del Vivere è pressante.

L’aspetto dell’Assaggiare è inclusivo.

L’aspetto del Ricordo è l’elemento differenziante

Chiedete a chi sa davvero raccontare

Mi è piaciuto tantissimo anche quello che ha fatto Frizzi Frizzi per Risonanze Festival, e attendo con ansia il loro racconto. Mi piace pensare che anche regioni geografiche meno famose possano salire la classifica delle mete potenziali, anche questo significa fare comunicazione 2.0 ( o come ve pare) ovvero ALLARGARE il parterre dell’offerta.

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