Il titolo è chiaramente una provocazione, in parte.
Credo fortemente che il 2016 sarà un anno di maggiori ripensamenti a livello di strategia marketing, per aziende e agenzie, ma non solo
Vi elenco quali sono i fattori nati negli anni precedenti ed esplosi nel 2015 che meritano di essere considerati con grande attenzione:
1) Siamo di fronte all’invasione delle tag. Qualsiasi cosa è #taggata e l’80% degli utenti ignora come si scriva esattamente hashtag. Le tag sono la quint’essenza della sopravvalutazione e sono per lo più utili se esiste una strategia che spinga, in modo inequivocabile, l’utente a cliccare,o a compiere un’azione, in caso contrario è un’occasione persa o mal gestita.
2) Siamo di fronte ad una ripetitività ossessiva dello stesso contenuto, dello stesso prodotto , nello stesso momento. Si è perso il senso della programmazione, della distribuzione dei contenuti in modo consapevole per ottenere massimizzazione.
3) Siamo di fronte non solo alla ripetitività del messaggio, ma anche alla ripetitività dei volti e delle voci, perciò la confusione è inevitabile.
4) L’appiattimento dei contenuti è ai massimi storici. Poche le proposte di effettivo valore, pochissima la reinterpretazione personale. Sembra manchi la voglia o la creatività di dire la propria, il linguaggio editoriale è “doppiato”.
5) La quasi assenza di un progetto editoriale preciso. Molte realtà hanno “mollato gli ormeggi” e un calendario editoriale coeso che possa rendere evidente il focus. Mancano delle tagline di valore che ridefiniscano i confini delle competenze.
6) Sono scomparse le prese di posizione con tesi e antitesi. In ambito Lifestyle la ricerca si è fermata, poco slancio verso un’operosa scoperta. Chi lo fa o continua a fare, c’è da dire e sottolineare, lo fa benissimo e senza sbavature.
7) Esiste un rumore di sottofondo, una forte spinta verso un rinnovamento necessario. Ancor di più la necessità di incasellare nel modo corretto nuovi mestieri. La definizione di “artigiani digitali” non è stata compresa appieno da molti player del settore declinati nei vari mercati e questo ha tragicamente comportato un corto circuito nella gestione dei pricing e dei budget.
8) Poca propensione al lungo termine. Una visione di lungo periodo permette, per definizione, di considerare opportune delle alleanze strategiche cruciali. Un’operatività “mordi e fuggi” impedisce una seria analisi dei risultati e un continuo profluvio di test inutili e dispendiosi.
9) Lo strumento di analisi più usato sembra essere il benchmark, ma in un ambito così fluido e frammentato è pressoché inutile. Le best practice ci sono, poche in proporzione e quasi mai replicate, perché?
10) Poco rispetto nei confronti del lettore/utente finale. Benché si dica che in Italia il tasso di ignoranza relativa è in drammatico aumento, considero poco rispettoso per l’intelligenza comune trattare “il target” finale come, appunto, un target da impallinare. Diceva il saggio multimilionario: Less is More.
Nel 2016 auspico e credo che parte del meccanismo inceppato venga sanato. Sanarlo tutto è impossibile e inutile, come scrivevo QUI il volantinaggio 2.0 serve, forse deve essere gestito meglio, ma è necessario per aprire in modo esponenziale l’audience. Altro è il discorso sul controllo dei contenuti, l’art directioning, lo stile di scrittura, il livello iconografico, ma ci siamo già detti che esistono diversi livelli di posizionamento per cui una ciabatta a pois in peluche rimarrà sempre una ciabatta a pois in peluche e non una pump di Ferragamo: chiaro? Sempre che non si voglia fare un salto qualitativo che costa impegno, visione e dei danari.
Nel 2016 si vedrà una maggior propensione alla progettualità e al confronto. Spesso accade che la non conoscenza generi prese di posizione discutibili…che non vengono discusse! Un confronto aperto e delle serie analisi su “chi sono e dove voglio andare” sono totalmente necessarie in un anno, il 2016, che si preannuncia pieno di grandi possibilità accompagnate da enormi reticenze.
Il buono che c’è stato nel 2015 non sarà stato vano! E un occhio sempre puntato Oltralpe mal non fa -piccolo consiglio per il 2016, da cogliere a piene, pienissime mani –
