Poco tempo fa leggevo di come Facebook, così come Instagram stiano settando e cambiando i loro algoritmi.

Il denominatore comune pare essere il contenuto, senza dubbio.

Il contenuto è una chimera. Tutti lo vogliono, pochi lo sanno davvero offrire, è difficile, talvolta costoso, ma è un investimento per le aziende, soprattutto in ambito digitale.

I tempi delle markette sono finite, per quelle basta del sano volantinaggio su Buzzole – se hai del consistente budget- e se sei bravo riesci anche a fare il botto, ma ricordiamo al mondo che sì, il budget fa la differenza, ma se sei rimbambito non è che rinsavisci coi soldi.

Sono convinta che far vedere il prodotto sempre, comunque e dovunque sia un retaggio delle vecchie logiche pubblicitarie, ora, ed è stato detto in diverse salse e maniere, il tuo utente lo devi emozionare e coinvolgere: che poi è facile a dirsi, difficilissimo a farsi se sei ancorato a granitiche idee post belliche.

Un esempio valido e divertentissimo è la società di pompe funebri Taffo.

Può una società del genere far ridere?

Se si rimanesse post bellici sarebbe alquanto improbabile, e invece i Taffo hanno aggirato il problema delle bare e del cordoglio vincendo a mani bassissime usando l’ironia, cavalcando eventi e fatti di cronaca. I loro contenuti sono semplici, ma esistono, ci sono, creano un ingaggio che va oltre e arriva anche a me che scrivo, 38 anni suonati (vorrei rimanere sul Pianeta Terra fino a oltre i cent’anni, sia chiaro) persuasa di voler prendere la forma di un albero alla dipartita da questo mondo…con Taffo, of course.

Se ci riescono delle pompe funebri ci può riuscire anche chi fa o vende dei prodotti con un appeal decisamente più alto, ma soprattutto con occasioni di consumo più frequenti! Si muore una volta sola, tutto sommato, no?

Ok, c’è Ceres che si muove benissimo, vero. Birra e Bare, anzi no: #birraebare

Eppure vincerebbero tutti quanti perché il trucco c’è  e qual è?

Lo storytelling? Uh che noia, sì è vero, ma prima capite BENE cosa significa storytelling, non è che si possono fare le cose a caso, chessò, alla Boris e allego un esempio pratico.

Le card/ i meme/ i video dei gattyni? Uh tra un po’ gli algoritmi ve la faranno pagare e brucerete all’inferno con sti meme.

Quindi?

Quindi è necessario alzare l’asticella, guardare oltre, là dove l’oceano brilla ed è pulito. Cercare l’ossigeno, stupire con un impianto iconografico e testuale che faccia dire agli “utenti”: Ma che figata è!

A tal proposito mi ha lasciato stupita Banca Mediolanum. Sì, quella del cerchiointornoate che come copy…beh, soprassediamo (in che senso il cerchio? Dove? Dove me lo metti sto cerchio? Chiedo l’aiuto dei Taffo!).

Come sponsor del Giro D’Italia ha raccolto una serie di storie: Le Storie dal Giro  . Signori miei, sono di una bellezza disarmante, arrivano al cuore e sono semplici e brevi e ti tirano fuori quell’Heritage tutto italiano legato alla bicicletta. Standing Ovation perché han dato risalto alle persone, al racconto, han tenuto il logo in secondo piano: una banca, sottolineiamolo per favore. La cosa bellissima di Storie dal Giro è che non ci sono influencer, o meglio, gli influencer sono i protagonisti di ogni storia!

Quindi che cosa ci sta dimostrando questo progetto? Che è sempre e solo il contenuto ad essere il vero King della situazione, se la storia regge andrà da sola.

banca mediolanum_storie dal giro
fonte Storie da Giro

Poi è chiaro che non è sempre possibile creare questo tipo di racconto. Molto spesso necessiti di competenze e qualità e devi affidarti a dei volti, ma quei volti devono farti andare lontano in modo naturale, adeso ai “milestone” che ti sei fissato. I numeri sono accessori, è la “ciccia” che ti fa ingrassare, come questo progetto qui > www.writeandrollsociety.com elegante, molto hipster nell’accezione buona del termine, per pochi eletti e va bene così! Vedete loghi? Ecco, prendete e portate a casa.

Andare oltre, respirare ossigeno, scavalcare le barriere e togliersi dalle tasche le idee granitiche che tanto servono solo a tener l’azienda ancorata a terra. Cambiare punto di vista è vincente, accogliere il punto di vista degli influencer ancora di più: posto che questi di punti di vista ne abbiano! Accertatevene, non è difficile eh

Fortunatamente c’è tanta gente brava là fuori, lasciare che creatività e novità entrino nei flussi aziendali e nella comunicazione è una strategia corretta e sappiamo che funziona.

Io mi auguro e auspico tutto ciò.

Ricordiamoci che i “follower” sono persone, meritano rispetto e considerazione e sono affamati di storie: che siano trash (come il dentista di Corona) o eccelse…come Boris 🙂

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